Gli italiani dovrebbero imparare a (non) vedere la diversità come fanno i bambini. Potrebbe essere questa la sintesi dei risultati dell’indagine sulla percezione della diversità in Italia condotta da Frùttolo (https://www.fruttolo.it/) e Human Highway su un campione rappresentativo della popolazione italiana online*. Dall’indagine emerge un Paese in cui l’87% dei connazionali ritiene ci sia ancora molto da fare per far sentire davvero accettate le persone “socialmente diverse” e in cui si considera valida la correlazione per la quale i pregiudizi aumentino con l’età (per 7 su 10).
Per l’85% del campione adulto, infatti, i bambini non prestano attenzione alle diversità tra le persone, anzi addirittura 6 su 10 ritengono che i più piccoli vedano la diversità come un pregio.
L’indagine è stata realizzata nell’ambito della nuova campagna #crescerefelicinsieme che lo storico brand Frùttolo lancia nel mese di giugno, in linea con i valori di apertura e inclusione che da sempre lo contraddistinguono.
Nel video ufficiale della campagna “I bambini ci insegnano come #crescerefelicinsieme” (https://youtu.be/twMU5gxx0AE), bambini di età tra i 7 e i 9 anni sono intervistati dalla dottoressa Stefania Andreoli, psicoterapeuta dell’età evolutiva, sul modo in cui ogni giorno vivono e avvertono la diversità che li circonda, condividendo le loro riflessioni, emozioni e punti di vista sull’amore, sull’amicizia, le differenze sociali e culturali, l’integrazione.
“Siamo davvero orgogliosi ed entusiasti del progetto #crescerefelicinsieme, perché è la naturale prosecuzione dello spirito di condivisione alla base della mission di Frùttolo, che da sempre è accanto ai bambini nella loro crescita sia fisica che emotiva”, ha dichiarato Silvano Picarelli, AD di Lactalis Nestlé Prodotti Freschi Italia (LNPF). “Con questa nuova campagna vogliamo accompagnarli anche nello sviluppo delle relazioni con il mondo che li circonda, invitandoli a mantenere la loro naturale apertura mentale durante la crescita, con la speranza che questo sia anche un monito per gli adulti perché prendano esempio dai più piccoli”.
Dalle risposte dei bambini emerge come le differenze siano per loro un valore da preservare, piuttosto che un motivo di esclusione e discriminazione, come più spesso avviene tra gli adulti.
“Il dialogo con i piccoli protagonisti del progetto ci ha confermato che per loro parlare di differenze sia persino più a fuoco che per noi adulti”,ha dichiarato la dottoressa Andreoli. “Per un bambino la diversità è un’idea del tutto scevra da giudizi di merito e di valore, la assumono come un naturale dato di fatto e ci vanno spontaneamente d’accordo. Solo in seguito, se esposti a convinzioni prive di fondamento, organizzeranno un pensiero discriminatorio. L’impegno degli adulti allora deve essere quello di preservare la loro genuina accettazione dell’altro. Ecco perché ho voluto fare parte di questa iniziativa”.
Per un ruolo attivo nell’ambito dell’inclusione, Frùttolo collabora con Dynamo Academy, impresa sociale che nasce dall’esperienza e dalla mission di Dynamo Camp Onlus. Nell’ambito della campagna #crescerefelicinsieme, infatti, Frùttolo sostiene la partecipazione di bambini e ragazzi con difficoltà socioeconomiche ai Camp estivi di Dynamo Academy, progettati per bambini e ragazzi dai 7 ai 17 anni, con l’obiettivo di far trascorrere loro una settimana all’insegna di attività ludico ricreative e, per i più grandi, di confrontarsi con temi sociali e approfondire il valore del Bene Comune. I beneficiari dell’iniziativa sono stati individuati in diverse regioni d’Italia grazie al supporto di Dynamo Academy e provengono da enti del terzo settore quali Fondazione Thevenin, Associazione Anelli Mancanti e Gruppo Cooperativo Solco Civitas.
“Grazie a Frùttolo per aver scelto di collaborare con Dynamo Academy, per attuare un progetto di inclusione, in particolare a beneficio di bambini e ragazzi in situazione di disagio economico e sociale”, è il ringraziamento di Serena Porcari, Presidente di Dynamo Academy. “Bambini e ragazzi potranno così partecipare ai corsi strutturati in lingua inglese offerti da Dynamo Academy che prevedono per i più piccoli attività ludico ricreative e per i più grandi un primo confronto coi temi dell’imprenditoria sociale e civic engagement”.
Italiani e diversità: a che punto siamo?
Dai risultati dell’indagine online condotta da Human Highway* su un campione di adulti rappresentativo della popolazione italiana emerge il quadro di una società ancora restìa a considerare la diversità come un valore aggiunto.
Il tema della diversità viene percepito come importante, ma ancora affrontato con sospetto e per cui emergono termini come ignoranza, superficialità, paura, razzismo. E se per l’87% del campione c’è ancora molto lavoro da fare, a crederlo sono soprattutto i più giovani, fra i 18 e i 24 anni.
Per 1 rispondente su 4 le difficoltà maggiori nel quotidiano le riscontrano coloro i quali credono in una religione diversa dal Cristianesimo, seguiti dagli omosessuali. In particolare, intervistati sulle categorie a cui hanno visto concretamente indirizzare commenti dispregiativi o episodi di discriminazione, il 47% dei rispondenti indica gli stranieri, seguiti da chi ha la pelle scura (41,2%) e dagli omosessuali (40,2%).
Le persone che incontrano meno difficoltà di accettazione, secondo la percezione degli intervistati, sono i portatori di handicap.
8 rispondenti su 10 ritengono che anche le aziende possano contribuire nel veicolare un messaggio più inclusivo.
Come far crescere felici insieme i bambini? Gli attori del cambiamento
L’85% del campione è concorde sul fatto che quando si è bambini non si presti troppa attenzione alle persone «diverse». I pregiudizi, infatti, aumentano al crescere dell’età per 7 su 10.
La maggior parte delle persone (92%) pensa che sia la famiglia a dover educare i bambini alla tolleranza, perché è proprio la famiglia a influenzare maggiormente i pensieri dei più piccoli (88,4%). Anche la scuola ha un ruolo fondamentale nell’educazione alla diversità per il 76% del campione. Analizzando i risultati per fasce d’età emerge tuttavia una minore fiducia proprio dei più giovani: soltanto l’11% dei 18-24enni crede che la scuola insegni a essere inclusivi, rispetto al 24% dei 55-64enni. Nonostante questo, il 67% delle persone crede che l’apertura verso la diversità aumenti con il livello di istruzione.
Si evidenzia come tutti questi temi legati alla diversità vengano trattati più spesso dai giovani fra i 18 e i 24 anni e a seguire da chi appartiene alla fascia 55-64. Decisamente più basse le percentuali per gli over 64.
Amore, educazione e rispetto sono infine le parole chiave indicate dal campione come elementi essenziali per una crescita sana e felice dei bambini.